Alla scoperta dei personaggi celebri che hanno abitato il famoso Tridente Romano.
Il Tridente è considerato il cuore del centro di Roma: è composto da tre vie rettilinee che, partendo da Piazza del Popolo, si dirigono verso Piazza Venezia con un’infinità di meraviglie, come facciate di palazzi signorili, chiese barocche ed edicole settecentesche.
Questo quartiere era il luogo dove, nel ‘700, iniziava il Grand Tour, il viaggio d’istruzione intrapreso dai rampolli delle case aristocratiche di tutta Europa.
Lo sviluppo della zona di piazza del Popolo è legato alla storia dei pellegrinaggi, specialmente a partire dal 1300, anno in cui fu istituito l’Anno Santo: intorno a tutte le Basiliche sorsero locande, botteghe e scuderie. Porta Flaminia, l’ingresso nord della città, era un passaggio obbligato per la maggioranza dei pellegrini, così lì intorno sorse il primo quartiere “turistico” della città.
Sempre in questo quartiere romano Wolfgang Goethe “immaginò e scrisse cose immortali”, come si può leggere in una targa commemorativa in via del Corso, dove l’autore scrisse il suo Viaggio in Italia, resoconto di un Grand Tour che egli compì tra il 1786 e il 1788.
«Roma è ormai la capitale del mondo», scriveva nel 1819 Percy Bysshe Shelley che, con John William Keats, viveva ai piedi della scalinata di piazza di Spagna. Nella stessa zona hanno soggiornato Nicolas Poussin, Franz Lizt e Carolina, moglie del principe di Wittgenstein, ma anche Madame Recamier e Riccardo Wagner.
Moltissimi erano i russi che venivano a Roma e a loro è dedicato l’Hotel de Russie, in via del Babuino. Al suo interno è presente la piazzetta Valadier, con i giardini terrazzati progettati alla fine del XVIII secolo dall’architetto Giuseppe Valadier, immersi tra palme, alberi di tassi e rose bianche. Al “De Russie” nel 1891 visse e morì il principe Girolamo Bonaparte.
Vicino a Piazza del Popolo e al Pincio venne costruita la casa dove abitò e morì Giuseppe Valadier, a cui è dovuta anche la sistemazione di Piazza del Popolo. Nella stessa strada si trova la bottega di suo padre, Luigi Valadier, grande argentiere settecentesco.
In via del Babuino n° 100 vi è l’atelier di Adamo Tadolini, capostipite della famiglia di scultori, ma anche un bellissimo bar/museo contornato da statue e gessi di Antonio Canova suo maestro. La Fontana del Babuino, costruita intorno al 1580, ricordava al popolo romano una scimmia, quindi venne nominata dai Romani “er babuino”. La statua del Sileno nella tradizione popolare è entrata a far parte del gruppo delle “statue parlanti” su cui erano affisse abitualmente le lamentele anonime dei romani, note come pasquinate.
Più recentementi sono invece le Stolpersteine: chiamate anche “pietre d’inciampo”, costringono la persona che le nota ad abbassare lo sguardo, oltre che materialmente, anche idealmente, ricordando il destino delle vittime dello sterminio nazista.
Dopo il film Vacanze romane, via Margutta, già via dei poeti, è diventa una strada esclusiva, residenza di personaggi famosi e atelier di artisti. Qui vivevano il regista Federico Fellini, Anna Magnani, Giorgio de Chirico e la pittrice Novella Parigini.
In via Ripetta troverete due lapidi commemorative dedicate alla giornalista illuminata Eleonora Pimentel Fonseca e ai suoi compagni della Repubblica Napoletana del 1799.
Questo è anche il luogo di nascita di Angelo Brunetti, conosciuto come il Ciceruacchio durante la Repubblica Romana del 1849, poi fucilato dagli austriaci.
Tra via delle Colonnette e via Antonio Canova vi è la Casa-Studio di Antonio Canova, un semplice edificio con porte e finestre centinate, caratterizzato da numerosi frammenti di statue, architravi e sculture della Roma antica. A Roma l’artista creò alcune delle sue opere più belle, come “Amore e Psiche”, “Le Tre Grazie” e la statua dedicata a Paolina Borghese.